Insieme a te non ci sto più

Ci sono materiali delle cosiddetta cultura popolare (mai capirò perché l'aggiunta di questo aggettivo qualificativo richiami -ai più- una sorta di sottrazione al concetto falsamente più alto di "cultura"), che  a volte valgono quanto una seduta da un buon terapeuta o la lettura di un buon saggio.

È il caso della bella canzone dal cui testo prende il titolo questo post e il mio blog stesso, scritta da Paolo Conte e Vito Pallavicini e portata al successo da Caterina Caselli nel 1968.


AMORE IN MEDIATO"Insieme a te non ci sto più / guardo le nuvole lassù... / Cercavo in te: la tenerezza che non ho, / la comprensione che non so / trovare in questo mondo stupido. / Quella persona non sei più, / quella persona non sei tu. / Finisce qua... /  Chi se ne va che male fa.  /  Io trascino negli occhi / dei torrenti d'acqua chiara / dove io berrò... / Io cerco boschi per me e vallate col sole più caldo di te. / Insieme a te non ci sto più / guardo le nuvole lassù... / E quando andrò, / devi sorridermi se puoi / non sarà facile ma sai / si muore un po' per poter vivere. / Arrivederci amore ciao, / le nubi sono già più in la. / Finisce qua, / chi se ne va che male fa... "

Una canzone delicata e poetica dove si respira tutto il dolore e la delusione della separazione ("Cercavo in te: la tenerezza che non ho, / la comprensione che non so / trovare in questo mondo stupido"), il senso di sconfitta ("Quella persona non sei più, / quella persona non sei tu"), ma anche, e ugualmente, la speranza di felicità e quello sguardo al futuro che -appunto- dovrebbe caratterizzare ogni sano e civile percorso dell'amore alla fine dell'amore ("Io trascino negli occhi / dei torrenti d'acqua chiara / dove io berrò... / Io cerco boschi per me e vallate col sole più caldo di te"). 

E, se non bastasse, così come dovrebbe concludersi ogni storia d'amore, ecco che l'uomo o la donna (straordinaria abilità dell'autore nel lasciare neutro il protagonista) di questa piccola e quotidiana avventura del cuore alla fine del suo palpitare, lasciano la scena con un suggerimento che tutti gli uomini e le donne che si trovano a gestire questi dolorosi momenti della vita, dovrebbero mandare a memoria come un mantra di consapevolezza: "E quando andrò, / devi sorridermi se puoi / non sarà facile ma sai / si muore un po' per poter vivere.". E' alla forza di questi materiali che raccontano tanto di più dell'animo umano quando si incaglia nei fondali dell'amore alla fine dell'amore, che spesso riusciamo ad aggrapparci per capire chi siamo o casa accade nel nostro profondo. 

Per questo motivo, nei miei corsi mi piace condividere questi sorprendenti strumenti evocativi, così come, in appendice al mio libro del 2012  ("L'Amore alla Fine dell'Amore", come nel recentissimo "Amore in Mediato" (2016), ho raccolto una copiosa serie di film, canzoni, testi di narrativa e poesia, opere d'arte a mio avviso fondamentali per nutrire l'animo di ogni amore chiamato a gestire ogni sua faticosa fine e ogni suo esaltante inizio. 

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