Stili affettivi: "Freezer Love"

Sempre ricordando di non prendere questi profili come oro colato, ecco lo stile che, probabilmente, più affolla gli studi dei terapeuti, la cui discendenza parrebbe correlata a quelle figure di riferimento che, durante l'infanzia, non sono riuscite a rispondere in modo adeguato e con la giusta dose d'amore alle richieste di aiuto e conforto del bambino e che, secondo il nostro Bowlby, presentano il cosiddetto "attaccamento ansioso-evitante”.

Si tratta di soggetti fortemente insicuri, poiché, ovviamente, non hanno potuto accedere ad un contesto affettivo capace di garantire la certezza della propria presenza, fino a fare percepire al bambino, poi all'adolescente e, quindi, all'adulto la sensazione, quando non la ferma convinzione di non essere una persona degna d'amore, una persona che, quindi, tenderà a pensare di poter contare solo su di s'è, perché nessuno sarà mai davvero in grado di amarla veramente.

Il sillogismo inconscio che discende da questa esperienza è, dunque, il seguente: poiché nessuno potrà mai amarmi, tanto vale, preventivamente, non innamorarmi di nessuno, evitare il coinvolgimento cercando di essere il più possibile indipendente, sia dal punto di vista emotivo che strettamente fattivo.

Ne discende un'atteggiamento di freddezza e una presa di distanza dagli altri ma, soprattutto e paradossalmente, proprio dalle persone che sembrerebbero voler condividere il proprio amore, un amore da cui è necessario anzitutto difendersi poiché nasconde solamente delusioni e sofferenze.

Inoltre, beffa col danno, l'atteggiamento di distacco e di freddezza di questi soggetti, costringerà, prima o dopo, ad allontanarsi anche coloro che sarebbero sinceramente e profondamente disposti ad amarli, confermando ogni volta il fatto che loro davvero non sono degni d'amore. Una vera e propria dolorosa profezia che si autoavvera.

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